mercoledì 9 ottobre 2013

“L'ENIGMA DELLA DONNA ERRANTE” di Fergus Hume; un esemplare giallo post-Vittoriano.


A volte ti prendono certi pomeriggi in cui sei un po fuori dal mondo, stanco da un turno logorante e col mal di gola provocato  dagli sbalzi di temperatura di un inizio ottobre pazzo come non mai, e ti affidi a ciò che conosci e ami per rilassarti; a quello serve la mia collezione del Giallo economico Newton, a ritrovare belle storie lette tanti anni prima e riprenderle in mano sapendo cosa ti aspetta, ma comunque  felice di ciò, come l'ennesima serata a chiacchierare del più e del meno con l'amico di sempre.
E con Fergus hume, di cui mi sono già occupato in un post dello scorso aprile, si tratta proprio di ritrovare un vecchio e fidato compare; le sue storie misteriose e accattivanti, così sfrontatamente vittoriane, non mancano mai di sedurre il lettore in vena di affascinanti misteri da opporre a una realtà talvolta veramente troppo trasparente.

un sorridente Fergus Hume


Uno dei migliori tra i tantissimi polizieschi pubblicati dall'autore (quasi 150, anche se in Italia ne sono arrivati si e no una decina...Polillo?), o perlomeno uno dei più rappresentativi della sua poetica, è senz'altro questo “Enigma della donna errante”, già proposto nel lontano  1937 nel Giallo economico Mondadori col titolo  “Espiazione”, e questo testo, presumibilmente tutt'altro che integrale, è stato ripreso dai GEM e opportunamente rinfrescato ( e meno male, perchè a quanto pare uno dei personaggi, di nome Grace, era stato ribattezzato “Grazie” in onore al diktat fascista del periodo).

la copertina dell'edizione 1937 (fonte; blog l'oeil de lucien)


Il romanzo risale al 1910, in realtà fuori tempo massimo per un giallo Vittoriano, visto che il detective del momento era l'ultra-scientifico e positivista dottor Thorndyke di Austin Freeman, preludio a trame più rigorose e con meno orpelli gotici.
Ma il Neozelandese Hume, autore di stampo completamente ottocentesco, rimase fino alla fine un fedelissimo discepolo di Wilkie Collins e delle sue atmosfere, non al suo livello (anche perchè nessuno lo fu mai) ma senz'altro un suo degnissimo epigone.
L'enigma della donna errante ha fin dalle prime pagine tutti gli ingredienti del super-mistero; un'anziana ed eccentrica signora viene trovata morta in una camera da lei presa in affitto e arredata in modo stranissimo, con drappi di colore giallo e uno strano mobilio. La donna usava consumare i suoi pasti riccamente abbigliata seppur in totale solitudine, quasi a voler rivivere un determinato momento del suo passato. Inoltre cambia spesso residenza, in quanto ha la concreta paura di essere uccisa da qualcuno, cosa che puntualmente accade.
Della faccenda si occupa un importante detective di Scotland Yard, che apprende da un suo vecchio mentore una strana storia di un delitto commesso vent'anni prima nella camera gialla di un'antica residenza nobiliare di campagna.... da qui prende avvio una indagine che contempla fanciulle innamorate, gentiluomini decaduti e ingiustamente accusati, finti virtuosi, pazzi che forse simulano la loro follia, cameriere scaltre e ricattatrici e soprattutto sentimenti fortissimi di odio e d'amore, di quelli che tanto piacevano al pubblico dell'ottocento, che vedeva tutto bianco o nero e non contemplava o quasi le sfumature.
Poi tutto si conclude in modo abbastanza forzato,fortunoso e prevedibile, tanto che viene da chiedersi il perchè oggi si debba ancora leggere un libro del genere, così involuto e superato; perchè talvolta non conta il risultato quanto l'intenzione, e Hume è uno splendido compagno per una storia davanti al camino ( o al termosifone) in una sera di pioggia, una storia magari scontata ma affascinante e intensa, che nonostante tutto,contro ogni previsione iniziale, riesce ancora a incantare chi ha la pazienza di ascoltarla.


-INTRECCIO E SOLUZIONE FINALE;  8/10
-LEGGIBILITA’  8/10
-ATMOSFERA  9/10
-HUMOUR   6/10
-SENTIMENTO   9/10



MEDIA VOTO; 8

9 commenti:

  1. curiosa, come sempre. Son proprio ma proprio contenta di averti scovato. Non c'è niente di più rilassante, in una piovosa giornata autunnale, che sedersi comodi davanti alla stufa accesa e leggere qualcosa di famigliare ... peccato che non me lo possa quasi mai permettere ... eppure 'il sapore' dell'immagine, già di per sé, mi rilassa.

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  2. Grzie. Cerco sempre infatti di proporre libri rilassanti, i testi violenti e brutali non fanno per me. Mi dispiace che quasi nessuno di questi testi, seppur trovabili, sia reperibile in libreria, ma magari la Newton lo fa uscire in ebook o lo trovi nell'edicola di qualche stazione visto che i gialli newton a volte circolano ancora. In ogni caso hai colto l'essenza, anche solo immaginarsi a leggere davanti al camino è una cosa bellissima.

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  3. Ma guarda che bell'omino che era Hume, con quei bei baffoni!
    Non ho ancora letto questo titolo, ma conto di farlo al più presto.

    P.S: Se può interessare, in e-book di Hume sono reperibili i seguenti titoli: Il delitto della carrozza chiusa, L'occhio di giada, L'uomo dai capelli rossi e Come una morsa. Tutti al costo di 49 centesimi XD

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  4. Yue, non trovi che Hume somigliasse in modo impressionante a Conan Doyle? dovevano essere dei simpaticoni, almeno a vederli in foto.
    Comunque ho iniziato ieri "il mistero di una vettura pubblica" in edizione Demetra. Per ora è molto carino.

    PS non dirmi che ho recensito l'unico titolo non ancora reso disponibile in ebook....

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    1. Esatto! La tua repulsione per gli ebook è veramente innata XD

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  5. Io il lettore E-reader l'ho vinto a un concorso, e ora mi sto scaricando tutti gli ebook Zeroquarantanove della Newton. Certo, se si vuole assaporare il libro, magari in una vecchia versione, l'EBook non è granché, però per farsi una cultura 'gialla' a poco prezzo sono l'ideale.

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  6. Ma infatti, io ammetto di avere il tempo per girare mercatini e fiere (lavorando su turni e non avendo figli il tempo non mi manca) ma giustamente chi ha una vita piena o abita in posti isolati (come te, Niki) fa benissimo a procurarseli via e-book. Come tutta la tecnologia è utilissima, basta usarla con coscienza.

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  7. Concordo in toto col primo commento di Niki :)

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